Il ministro della difesa israeliano ha ottenuto l’assenso Usa per colpire l’Iran?

Forse venerdì 16 dicembre sarà una data storicamente importante, secondo il quotidiano israeliano Haaretz. All’Hotel Gaylord in National Harbor, nel Maryland, infatti, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak si è incontrato per circa mezzora con il presidente americano Barack Obama: non vi sono dubbi sul fatto che argomento dell’incontro siano le prospettive di un attacco contro l’Iran e tutti gli addetti ai lavori si interrogano se in questa occasione gli Usa abbiano dato o meno il loro assenso ad un’autonoma iniziativa di Israele.
Lo stesso quotidiano israeliano azzardava un paragone con lo storico incontro del maggio 1982 fra l’allora ministro della difesa dello Stato ebraico con il segretario di Stato Usa Alexander Haig, nel corso del quale gli israeliani ricavarono l’impressione che gli Stati Uniti accettassero l’ipotesi dell’invasione del Libano, la famosa operazione "Pace in Galilea" che ha destabilizzato il Paese dei cedri per almeno due decenni, lasciando conseguenze che si fanno ancora sentire.
Non ci sono stati né commenti né indiscrezioni su questo incontro, ma è ben noto che il ministro della difesa israeliano, insieme al primo ministro, è uno dei più accesi fautori di una soluzione definitiva del problema iraniano. La lunga serie di incontri di Barak con le massime cariche dell’amministrazione Usa (il segretario di Stato Hillary Clinton, il ministro della difesa Leon Panetta, che ha subito dopo rilasciato una vera e propria dichiarazione di guerra contro l’Iran, il consigliere del National Security Council americano Tom Donilon e il direttore della Cia, David Petraeus) fanno intendere che i temi sul tappeto sono della massima rilevanza a livello internazionale ed hanno a che vedere con i problemi della pace e della guerra.
Sempre secondo Haaretz, il governo israeliano sta esercitando una pressione a tutto campo sui decisori politici e militari americani: Benjamin Netanyahu grazie al suo forte ascendente sulla lobby sionista americana, consolidata in molti anni di frequentazione degli Usa; Barak per i forti legami con il partito repubblicano e con gli ambienti militari. Questo mentre il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, è impegnato a persuadere la Russia, grazie ai suoi ottimi rapporti con Vladimir Putin.
Per parte loro, secondo il portavoce del comando supremo delle forze armate Usa, gen. Martin Dempsey, gli Usa stanno cercando di costruire un consenso internazionale contro la condotta dell’Iran, utilizzando una strategia ormai collaudata quando si è trattato di interventi militari occidentali in Medio Oriente, dall’Iraq di Saddam nel 1991, fino alla Libia di Gheddafi nel 2011.
Difficile dire se Israele attenderà così a lungo per sferrare il colpo decisivo contro l’Iran, un’eventualità di cui i media israeliani parlano come di una decisione sostanzialmente già presa dal governo dello Stato ebraico.
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