Scontro di potere tra Medvedev e Putin?

Il presidente russo Dimitri Medvedv ha varato un decreto che impone ai dirigenti statali con rango ministeriale di dimettersi dai consigli di amministrazione delle aziende pubbliche. Il provvedimento provoca un terremoto negli assetti di potere a Mosca. Destinatari sono una serie di influenti oligarchi, già facenti parte del KGB, indicati come la base del potere del primo ministro Vladimir Putin.
Così, Igor Sechin, vice-primo ministro e braccio destro di Putin, sarà costretto a dimettersi da presidente di Rosneft, la compagnia petrolifera russa che è diventata un colosso dopo che la Yukos, del magnate caduto in disgrazia Mikhail Khodorkovski, è stata smembrata; ancora, Serghei Shmatko, ministro dell’energia, dovrà lasciare il consiglio dei due colossi del gas, Transneft e Gazprom; Igor Levitin, ministro dei trasporti, deve lasciare la presidenza di Aeroflot, la compagnia aerea di stato; oppure il ministro delle finanze Alexei Kudrin la presidenza della banca VTB.
Secondo gli analisti, due sono le possibili interpretazioni. Secondo la prima sarebbe in corso un autentico scontro di potere tra i due uomini forti dello stato, il presidente e il primo ministro, in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Il tandem si sarebbe ormai spezzato. Una vistosa crepa si era vista, in maniera pubblica, sul diverso atteggiamento tenuto da Medvedev e Putin sulla Libia. Il primo aveva dato via libero all’intervento della Nato non ponendo il veto alla risoluzione Onu; il secondo aveva parlato di nuova guerra colonialistica dell’Occidente.
Ma c’è chi ritiene essere in corso, invece, un gioco delle parti, coi ruoli di poliziotto buono e poliziotto cattivo. Insomma, Medvedev sarebbe incaricato di prendere decisioni drastiche senza che Putin si scopra ma che in realtà sarebbe gradite anche a lui. Ad esempio ridimensionando il potere di alcuni oligarchi che starebbero conquistando troppa influenza; oppure rassicurando gli investitori stranieri, che hanno sempre visto nella commistione tra potere politico e potere economico un elemento di scarsa trasparenza del sistema russo.

Fonte: Corriere della Sera

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