A Bruges si discute il futuro dei sistemi europei di istruzione e formazione

Il prossimo 7 dicembre si terrà a Bruges, coordinata dal Belgio, che detiene la presidenza di turno dell’Unione Europea, la conferenza biennale dei ministri di 33 Stati europei, i 27 membri della UE e i 6 paesi candidati ed EEA, sul cosiddetto Processo di Copenhagen, che prende nome dalla dichiarazione sottoscritta nel novembre 2002 in quella città, rivolta al potenziamento dei sistemi dell’istruzione e della formazione professionale che, insieme al cosiddetto Processo di Bologna, che riguarda invece la cooperazione europea in tema di istruzione superiore, formano la politica comune nel campo della scuola, in tutte le sue diverse forme – un tema davvero attuale in questo momento anche per l’Italia.
Scopo della conferenza è discutere un’impostazione condivisa per il decennio 2010-2020, anche in relazione agli orientamenti strategici dell’Unione, recentemente elaborati nel documento Strategia per l’Europa 2020.
Nel corso della conferenza saranno presentate le conclusioni di un altro incontro sulla "Garanzia di qualità e trasparenza come interfaccia fra Istruzione e Formazione professionale, Scuola e Istruzione Superiore", che si conclude il 6 dicembre e sarà reso pubblico il documento, elaborato da due organismi tecnici dell’Unione, Cedefop e ETF, sulla situazione della formazione professionale in Europa.
I lavori della conferenza di Bruges prenderanno in considerazione le tre linee strategiche che l’Unione Europea ha elaborato negli ultimi anni: lo sviluppo di sistemi nazionali delle qualifiche basati sui risultati dell’apprendimento, come base trasparente e obiettiva per la valutazione delle conoscenze, abilità e competenze delle persone, indipendentemente dai contesti in cui sono state acquisite, incluso il riconoscimento di apprendimenti non-formali ed informali; la costruzione di sistemi nazionali di garanzia della qualità nell’istruzione e nella formazione, che comprendano sistemi di accreditamento delle strutture formative e dei professionisti della formazione; la realizzazione, a livello nazionale, di servizi di orientamento alle persone per l’intero corso della vita, strettamente collegati all’analisi delle esigenze che maturano cosiddetto "mercato del lavoro" – aspetto questo non di poco conto nella attuale situazione di crisi dell’occupazione.
Come si vede, sono temi assai impegnativi per la modernizzazione dei sistemi formativi europei e ci si augura che le indicazioni che verranno da Bruges possano contribuire a stimolare il necessario, profondo cambiamento di cui anche l’Italia sente fortemente la necessità.

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