Il nucleare in Medio Oriente va ben oltre l’Iran

I media italiani, mentre davano il massimo risalto al minaccioso discorso tenuto da Barack Obama il 25 settembre scorso in margine al G20 di Pittsburg sulla nuova centrale iraniana di arricchimento dell’uranio sita nei pressi di Qom (impianto, peraltro, correttamente notificato da Teheran all’AIEA 4 giorni prima), hanno colpevolmente passato sotto silenzio due importanti notizie che cambiano e riequilibrano il panorama della questione del nucleare mediorientale.
 
Tali notizie sono:
 
1) Il 18 settembre scorso la AIEA, riunita in sessione plenaria a Vienna, ha approvato una dichiarazione che esprime tutta la sua preoccupazione per l’arsenale atomico, occulto e mai dichiarato, detenuto da Israele. La mozione invita inoltre Israele a firmare il TNPN ed a sottoporsi, il prima possibile, ai controlli dell’AIEA, come tutti gli altri Paesi (vedi Iran…)
Questa mozione è passata con 49 "sì", 45 "no" e 16 astenuti. Russia e Cina hanno votato per il sì.
Israele, come ovvio, non ha riconosciuto tale mozione e ha dichiarato che non collaborerà in alcun modo.
E’ assolutamente importante notare che è la prima volta che una mozione di censura ad Israele, in sede AIEA, viene approvata a maggioranza.
 
2) Il premier turco Recep Erdogan, parlando pochi giorni fa di fronte ad un assemblea del suo partito (probabilmente in merito alla nuova risoluzione ONU sul disarmo nucleare), ha dichiarato che se esiste un dossier sul nucleare iraniano, a maggior ragione deve aprirsene un altro sul nucleare israeliano.
Erdogan infatti si è dichiarato favorevole alla denuclearizzazione del medio oriente, denunciando altresì come soltanto Israele, in quella regione, possieda un vero e proprio arsenale atomico che costituisce una minaccia per gli altri Paesi.
Erdogan ha anche stigmatizzato l’uso di bombe al fosforo fatto dagli israeliani nella terribile rappresaglia inflitta a Gaza, parlando apertamente di "crimini" commessi dai soldati israeliani.
E’ assolutamente importane notare che la Turchia è un Paese chiave della NATO e che essa ha mantenuto (finora) ottimi rapporti, anche di collaborazione militare, con lo Stato di Israele.
 
La visione unica di un Iran Stato canaglia, che tende a minacciare i vicini con l’arma atomica portata avanti dal tandem USA – Israele (interessati in realtà solo ad un "regime changing" a Teheran), scricchiola quindi sia nelle sedi internazionali preposte ai controlli degli armamenti che presso governi "amici", come quello turco.
E’ quindi sperabile che anche l’Europa, finora totalmente appiattita sulle tesi USA – Israele, cominci ora ad essere più realista ed equanime nei suoi giudizi, denunciando pubblicamente il pericolo concreto costituito dagli armamenti atomici israeliani, oltre al pericolo virtuale di un eventuale e futuribile atomica iraniana.

Sull’argomento:
Scott Ritter, L’Iran è da considerarsi leale, The Guardian
http://www.clarissa.it/esteri_int.php?id=1232

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