Banche o agenzie di scommesse?

Dopo il rally di fine anno 2008 gli istituti di credito sembravano avere le ore contate. Cadute a picco dei listini azionari, perdite gigantesche, panico agli sportelli. Nel secondo trimestre del 2009 la situazione si è completamente rovesciata: utili da record che vengono inanellati da quasi tutte le grandi banche europee e americane. Credo sia sufficiente menzionare il caso della Bank of America che ha guadagnato ben 32 miliardi di dollari o della Citigroup con "soli" 29,9 miliardi.
Cosa è successo? Lo spettro della crisi ha indotto gli Stati nazionali e le banche centrali (Federal Reserve e BCE in particolare) a pompare nel sistema enormi quantità di danaro. La prova di ciò risiede nel fatto che la base monetaria nell’ultimo anno è aumentata di oltre il 100% (cosa mai accaduta nel passato). Le grandi banche hanno potuto approvvigionarsi di liquidità (danaro) presso le rispettive banche centrali al tasso dell’1% annuo. Un tasso di interesse così basso ha permesso agli istituti di credito a tralasciare l’impiego di questa liquidità in prestiti a favore di aziende e cittadini (economia reale), ma di destinare gran parte del piatto in attività speculative. Oggi le banche sono più interessate a comprare titoli di stato o altre obbligazioni per lucrare sul differenziale di interesse e a buon bisogno a giocare sul corso del titolo.
Speculazione, nient’altro che speculazione. "Analisi mercati finanziari" de "Il sole 24 ore" ha passato in rassegna 12 delle principali banche europee e americane ed ha scoperto che il 59% dei ricavi sono arrivati da commissioni, dividendi e attività di trading.
Insomma la banca è sempre più simile ad una immensa sala corse o ad un fondo speculativo.
Quella che dovrebbe costituire l’attività cardine della banca, raccolta e impieghi ad aziende e privati, diventa la meno interessante. Tanto i profitti provengono dalla speculazione. Salvo poi ricorrere ai soldi dello Stato quando il meccanismo s’inceppa e le operazioni di trading si trasformano in perdite senza fondo.
Ma che importa, tanto lo Stato (cioè noi) sistemerà tutto.

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