Il presidente Nicolas Sarkozy in persona ha inaugurato martedì una nuova base militare permanente francese negli Emirati Arabi Uniti: si tratta del "Campo della Pace", come è stata denominata questa installazione militare destinata ad ospitare dalla prossima estate 400 militari francesi.
Concepita come supporto logistico al naviglio militare che incrocia a presidio dello Stretto di Ormuz, la base "rappresenta le responsabilità che la Francia è pronta ad assumere in quanto potenza globale a fianco dei suoi partner privilegiati in una regione nevralgica per il mondo intero", ha dichiarato il presidente.
Certamente questa nuova e in parte inattesa presenza della Francia diventerà importante anche come punto di ascolto e di controllo elettronico del teatro mediorientale, soprattutto in vista delle crescenti tensioni fra Israele e Iran.
Sarà anche una vetrina per la tecnologia militare francese, non a caso, dato che gli Emirati devono ad esempio sostituire i loro superati caccia Mirage e i francesi sperano che la loro scelta cada su una sessantina di nuovi Raphale prodotti dalla Dassault francese.
Ci si può domandare se questa démarche francese non voglia anche dimostrare la volontà del presidente Sarkozy di muoversi in modo indipendente da un’Europa, sempre più incerta e priva di identità nella sua politica internazionale.
Concepita come supporto logistico al naviglio militare che incrocia a presidio dello Stretto di Ormuz, la base "rappresenta le responsabilità che la Francia è pronta ad assumere in quanto potenza globale a fianco dei suoi partner privilegiati in una regione nevralgica per il mondo intero", ha dichiarato il presidente.
Certamente questa nuova e in parte inattesa presenza della Francia diventerà importante anche come punto di ascolto e di controllo elettronico del teatro mediorientale, soprattutto in vista delle crescenti tensioni fra Israele e Iran.
Sarà anche una vetrina per la tecnologia militare francese, non a caso, dato che gli Emirati devono ad esempio sostituire i loro superati caccia Mirage e i francesi sperano che la loro scelta cada su una sessantina di nuovi Raphale prodotti dalla Dassault francese.
Ci si può domandare se questa démarche francese non voglia anche dimostrare la volontà del presidente Sarkozy di muoversi in modo indipendente da un’Europa, sempre più incerta e priva di identità nella sua politica internazionale.
