UN’EUROPA NON NUCLEARE PER UN MONDO SENZA ARMI ATOMICHE

Riportiamo nella sezione Documenti il recente appello di alcune autorevoli personalità della politica tedesca, pubblicato dallo Herald Tribune International lo scorso 9 gennaio.
Il documento è di estrema importanza sia per il livello dei suoi estensori, che rappresentano praticamente i massimi vertici della storia politica tedesca a cavallo della caduta del Muro di Berlino (1989), sia per alcune indicazioni che rivelano la piena consapevolezza da parte del mondo tedesco dei molteplici rischi che il primo decennio del nuovo secolo sta portando con sé per i rapporti fra Est e Ovest in Europa, rischi che porrebbero la Germania in una posizione estremamente pericolosa a livello geopolitico.
È intanto di fondamentale importanza il forte e chiaro richiamo agli Stati Uniti sul fatto che debbano evitare di installare armamenti anti-missile in Polonia e nella Repubblica Ceca, per almeno due buone ragioni: questi Paesi costituiscono il "confine orientale" della Nato; l’installazione di quei sistemi d’arma mette a repentaglio in particolare la validità del Trattato sulle armi convenzionali in Europa, che dal 1990 ha comunque permesso una sufficiente stabilità al continente (con la grave "eccezione" del conflitto nella ex-Jugoslavia).
A questa impostazione si collega l’altrettanto significativo richiamo all’esigenza che gli Usa ritirino dalla Germania le proprie armi nucleari: una seria ipoteca americana sugli equilibri post-Guerra Fredda, sul quale è davvero rilevante che così autorevoli esponenti dell’establishment tedesco escano allo scoperto per richiederne il ritiro.
È poi da notare che, nello stesso momento in cui si invitano gli Stati Uniti ad una chiara presa di posizione sugli equilibri militari in Europa, venga dato un forte e pubblico accreditamento alla proposta del Presidente russo Dimitri Medvedev riguardo alla creazione di una nuova struttura di sicurezza pan-europea, avanzata nel corso di una storica intervista al quotidiano francese Le Figaro lo scorso 13 novembre, già da noi pubblicata nella traduzione italiana.
Non può sfuggire che è estremamente notevole il fatto che in questo modo si profila una visione dell’Europa che comprende finalmente a pieno titolo anche la Russia.
Questi protagonisti della più recente storia tedesca sottolineano poi il ruolo fondamentale dell’Europa, nel raggiungimento di un complessivo sistema di sicurezza mondiale, come elemento geopolitico centrale nell’emisfero settentrionale: questa considerazione del ruolo dell’Europa, troppo spesso dimenticato, deve essere messo in evidenza e tenuto in debito conto, proprio allorché la situazione dell’area del Medio Oriente "allargato" (dal Corno d’Africa all’India passando per la Mezzaluna fertile, il Mar Rosso, l’Iran, l’Aghanistan ed il Pakistan) continua a minacciare la pace e gli equilibri mondiali.
Sarebbe davvero interessante conoscere l’opinione dei politici italiani su questo appello, anche per comprendere se l’Italia è ancora, o meno, dotata di una propria autonoma capacità di elaborazione strategica, cosa che sembra che la Germania riesca ancora a fare, nonostante le tragedie del suo secolo più lungo.

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