Da Gaza Israele ipoteca la politica Usa in Medio Oriente

Pubblichiamo, nella sezione Documenti di Clarissa, il testo integrale inglese e la sua traduzione italiana del Memorandum of Understanding sottoscritto a Washington dai ministri degli Esteri di Usa (Condoleeza Rice) e Israele (Tzipora Malka Livni) lo scorso 16 gennaio.
Riteniamo importante questo documento in quanto solo dopo averlo sottoscritto, impegnando gli Usa, Israele ha avviato la sospensione unilaterale delle attività militari a Gaza, della cui tenuta ovviamente non si può ancora essere certi.
Le ragioni per cui il Memorandum è da analizzare con attenzione sono molteplici: in primo luogo è da segnalare il fatto che si tratta di un gravoso lascito dell’amministrazione Bush nei confronti del nuovo Presidente americano e sarà quindi l’immediato banco di prova per capire se davvero, come noi non crediamo, Obama possa essere in qualcosa diverso dai suoi predecessori in merito alla politica Medio Orientale nordamericana.
Il secondo aspetto è proprio che il legame strategico degli Usa con Israele viene qui ribadito nella maniera più solenne e rischiosa, in quanto gli Stati Uniti hanno accolto in tutto e per tutto la motivazione israeliana sulla colpa della guerra, che viene interamente addossata alla condotta di Hamas. Si tratta di un fatto estremamente grave, che dimostra ancora una volta come i fondamenti della politica estera in Medio Oriente siano oramai definiti dallo Stato israeliano, senza che gli Stati Uniti dimostrino capacità di una propria elaborazione autonoma.
Il terzo aspetto è il parallelo riconoscimento del diritto israeliano a sviluppare azioni militari, purché semplicemente motivate dall’adozione di misure anti-terroristiche, senza che ne vengano indicati né i limiti né almeno una ragionevole proporzionalità. Ne deriva che d’ora in avanti Israele ha mano libera sul piano militare, con il pieno sostegno politico-militare americano.
Quello che poi, come quarto punto, solleva i più gravi interrogati è il fatto che la cooperazione israelo-americana, che obbligatoriamente dovrà coinvolgere anche la Nato, si estenderà ad un’area vastissima, che spazia dal Mediterraneo al Corno d’Africa, dal Mar Rosso al Golfo Persico: una cooperazione che include attività di addestramento, intelligence, antiterrorismo, pattugliamento navale, ecc. ecc., e coinvolge i grandi Comandi di area degli Usa, non solo quello Centrale, relativo al Medio Oriente, ma anche quello d’Africa ed Europa: circostanza quest’ultima che deve allarmare in modo specifico l’opinione pubblica italiana, in quanto l’Italia si trova proprio al crocevia delle tre aree strategiche coinvolte dal Memorandum, appunto Europa, Africa e Mediterraneo.
Di fatto tutto potrà essere assoggettato d’ora in avanti al controllo militare e spionistico congiunto di Usa e Israele, purché in qualche modo collegabile alla minaccia di un sostegno alle attività anti-israeliane nella Striscia di Gaza.
Infine, risulta particolarmente inquietante, in quanto unico esplicito richiamo ad uno Stato ostile, il riferimento all’Iran come specifico obiettivo dell’azione congiunta israelo-americana, motivata questa volta non più dalla questione del pericolo rappresentato dallo sviluppo dell’energia nucleare, ma dal semplice fatto che l’Iran intende sostenere la lotta di Hamas a Gaza.
Quest’ultimo punto sembra a noi da tenere in particolare considerazione perché è una nuova prova del fatto che, sul piano politico, Israele sta precostituendo tutte le condizioni che possano giustificare a livello internazionale l’apertura di ostilità contro l’Iran.
Non possiamo quindi rallegrarci della possibile tregua a Gaza. Essa infatti, a queste condizioni, rimane foriera di avvenimenti ancora più gravi.

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