Jorge Amado, Dona Flor e i suoi due mariti

In questo romanzo la ricchezza verbale, l’architettura perfetta, lo humour e l’onniscienza fanno del romanzo di Amado uno dei più bei romanzi della narrativa sudamerica. Si respirano odori e sapori di un popolo, quello brasiliano, che, attraverso l’arte dello scrivere, vengono elargiti a mani piene a chiunque abbia bisogno di un luogo dove scaldare il cuore. Amado è riuscito a diffondere l’aria sudamericana in tutto il mondo e quando morì, nell’agosto 2001, venne decretato il lutto nazionale e tutto il Paese lo pianse. Con Amado la “brasilianità” si allarga verso i lontani orizzonti occidentali facendo emergere le caratteristiche specifiche del suo popolo attraverso i racconti di vita che lo scrittore ci ha donato. La storia d’amore tra Flor e Vaudiho, è il perno sul quale ruota la miseria e la grandezza degli abitanti di Bahia: il rumore di folla, il delicato mormorare delle comari, le inquietudini di Flor. Intreccio di realtà e sogni; spaccati di vita e speranze; cucina e sensualità. La sua vita, il suo tempo di lutto, la sua intimità, le sue notti bianche di giovane vedova insoddisfatta e il suo secondo matrimonio con l’innamoratissimo e metodico farmacista Teodoro, poco esperto nelle "faccende di letto" ma gran romanticone e con una posizione sociale più che sicura, fa di Dona Flor la donna più sensuale e invidiata del quartiere. Un matrimonio fatto di pace, armonia, farmaci e musica in netto contrasto col primo, quello con Vadinho, "ferrato nel dondolo e ottimo di membro", giocatore incallito e donnaiolo irriducibile. Sembrerebbe essere giunti all’epilogo del romanzo: un matrimonio modello come soluzione finale. Ma Amado, con abile improvvisazione narrativa, vivacizza una storia scontata con un grande tocco di humour introducendovi fantasmi, sortilegi e uno strano vento che, nonostante tutto, continuerà a circolare per le strade Bahia.

Print Friendly, PDF & Email