L’OSTEOPOROSI, intervista al dr. Giuliano Cenci

Intervista al dottor Giuliano Cenci, specialista in Geriatria presso l’Ospedale S. Croce di Fano

Osteoporosi ed Articolazioni

L’Osteoporosi non è una malattia che interessa le articolazioni. Le patologie articolari principali sono l’artrite e l’artrosi che sono rispettivamente processi infiammatori e degenerativi delle cartilagini articolari. L’Osteoporosi è invece una patologia che colpisce la struttura proteino-minerale delle ossa, quindi per Osteoporosi intendiamo una perdita di massa ossea superiore a quella che si osserva in condizioni fisiologiche rapportata all’età, al sesso e alla razza della paziente con aumentato rischio di fratture.

Come si scopre di avere l’Osteoporosi?

L’osso, come qualsiasi altro tessuto od organo, non sfugge ai processi di invecchiamento per cui con il passare degli anni si assiste ad una progressiva riduzione della massa ossea. La perdita di tessuto osseo avviene lentamente e progressivamente, senza dare segno di sé, oppure si accompagna a sintomi dolorosi di lieve entità. Quando il dolore aumenta di intensità spesso il quadro osteoporotico è già avanzato e possono essere presenti fratture. Le fratture più frequenti avvengono a livello dei corpi vertebrali, del polso, del femore, delle coste, del bacino.

Quante e quali sono le persone con osteoporosi in Italia?

Si calcola che negli Stati Uniti, in Europa ed in Giappone sono affette da Osteoporosi circa 75 milioni di persone. Possiamo quindi dire che all’incirca anche da noi in Italia una donna su tre dopo la menopausa ha problemi di osteoporosi a cui si aggiunge la popolazione anziana di entrambi i sessi ma sempre con prevalenza femminile.

Quali sono le cause?

Esiste una rara osteoporosi giovanile imputabile a fattori ancora non ben chiariti ma probabilmente legata ai caratteri genetici o dovuta ad ipogonadismi. L’osteoporosi post-menopausale riconosce come causa la improvvisa carenza di ormone estrogeno che ha un effetto protettivo sull’osso e la cui mancanza può scatenare un accelerato riassorbimento di calcio.
L’osteoporosi cosiddetta senile insorge in individui ultrasettantenni ed è causata dal normale invecchiamento dei tessuti in genere, risultando più accentuata e quindi più pericolosa in coloro che avevano già per costituzione fin da giovani una ridotta massa ossea.
C’è poi l’osteoporosi cosiddetta secondaria, dovuta cioè a problematiche intercorse nell’arco della vita: terapia con cortisonici, con antiepilettici, con eparine, con antitumorali protratte per alcuni mesi almeno, o ad alcune malattie endocrine, soprattutto disfunzioni della tiroide e delle paratiroidi. Un’altra causa di osteoporosi secondaria è la forzata immobilità, spesso dovuta a traumi importanti con forzata permanenza a letto per mesi o ad interventi chirurgici complessi .

Quali i rimedi?

Esistono numerosi farmaci per la cura dell’osteoporosi. Nella donna in menopausa da pochi anni la terapia elettiva è a base di estrogeno, in modo da rimpiazzare fisiologicamente la mancata produzione ormonale dell’ovaio. Con l’introduzione di preparati in cerotto assorbibili per via percutanea si è estesa molto questo genere di terapia che risulta meglio tollerata richiedendo dosaggi ormonali più bassi. Per coloro che non tollerano la terapia ormonale estrogenica vi sono altri preparati con effetto antiriassorbitivo (cioè impediscono un aumento del riassorbimento di calcio dalle ossa): i principali sono i bisfosfonati (alendronato, risedronato, clodronato), le calcitonine, ormai abbandonate per gli effetti collaterali molto frequenti, e la nuova classe dei SERM, cioè il Raloxifene.

Altri farmaci usati per la terapia dell’osteoporosi sono gli anabolizzanti derivati del testosterone (hanno spesso nelle donne lo spiacevole effetto di aumentare la crescita di peluria al volto e di dare un timbro di voce baritonale), i fluoruri ancora poco usati in Italia.

A tutti questi farmaci viene poi consigliato di associare una terapia con sali di calcio e vitamina D ( vi sono prodotti in commercio che contengono entrambe queste sostanze nelle opportune dosi).

Si può prevenire?

La prima prevenzione occorre farla in età giovanile quando si forma lo scheletro. E’ molto importante il fattore ereditario su cui non possiamo influire: si sa che figlie di pazienti osteoporotiche hanno maggiori possibilità di ammalarsi di altre. La razza negra ad esempio non è soggetta ad ammalarsi di osteoporosi.

Nell’accrescimento è comunque importante seguire una dieta con il necessario apporto giornaliero di calcio che non deve essere inferiore ad 1 grammo al dì; gli alimenti più ricchi di calcio sono il latte e tutti i latticini, alcuni tipi di verdure come i broccoli, i carciofi, spinaci, indivia, prezzemolo, cicoria ecc., i legumi (ceci, fagioli e lenticchie), alcuni pesci come le sardine, il polipo, il gambero, alcune carni come il fegato, la bresaola, frutta secca come noci, mandorle, e da non dimenticare alcune acque minerali il cui apporto di calcio è importantissimo specialmente per chi non tollera a livello intestinale il latte e i latticini; le acque più ricche di calcio sono Sangemini, Ferrarelle, Uliveto, Fabia…ecc

Durante la fase dell’accrescimento e dello sviluppo dello scheletro l’esercizio fisico risulta essere fondamentale per il conseguimento di un buon capitale osseo. Gli stimoli meccanici esercitati sull’osso per l’attività fisica stimolano direttamente l’attività degli osteoblasti che sono le cellule deputate alla crescita della massa ossea. Questo tipo di prevenzione va attuato per tutta la vita e nel post-menopausa per quelle donne che vanno incontro ad una perdita accelerata occorre preservare la massa ossea con una opportuna terapia farmacologica con i farmaci che ho precedentemente citato.

L’unico strumento in grado di prevenire in tempo l’osteoporosi riuscendo a fare una diagnosi precoce è il Mineralometro a raggi X. Nel nostro Reparto abbiamo un apparecchio di ultima generazione, che è fra i migliori in commercio in quanto usa la tecnologia DEXA, è rapidissimo ed espone la paziente a minime dosi di raggi assolutamente non pericolosi.

Come convivere con l’Osteoporosi.

Quando ad una paziente viene diagnosticata una osteoporosi in fase conclamata, oltre ad una opportuna prescrizione terapeutica, bisogna dare tutti quei consigli che servano ad evitare le complicanze; le complicanze più temute sono le fratture per cui bisogna evitare tutte quelle situazioni che portino ad un aumentato rischio di cadute.

I fattori di rischio di caduta possono essere di due tipi:

Personali: pazienti anziani con diminuzioni delle capacità fisiche, che vivono soli, che spesso sono costretti ad uscire in strada da soli, camminando senza aiuto; pazienti con deterioramento psichico che non si rendono conto dei propri limiti, che spesso sono iperattivi perché agitati e disorientati; pazienti con diminuzione della vista e o dell’udito.

Ambientali: nell’ambiente domestico vanno evitati tutti quegli elementi che possono rendere difficoltosa la deambulazione: i tappeti, i pavimenti sdrucciolevoli (mai dare la cera), le maniglie troppo difficili da aprire, e vanno installati quegli elementi che contribuiscono ad aumentare la sicurezza come corrimano nelle scale, maniglie di appoggio nelle vasca da bagno e vicino al Water; nell’ambiente urbano bisogna eliminare tutte quelle barriere che possono favorire le cadute: transenne, buche nell’asfalto, insegne o segnali stradali ad una distanza non troppo alta da terra ecc. Bisogna inoltre rendere ben visibili gli attraversamenti pedonali e creare il più possibile ampie zone del centro riservate a pedoni.

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